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:: il senso della pratica ::

(pubblicato il 25/04/2009)

 

Le arti marziali forniscono in anticipo delle tecniche <tipo>, le quali vengono automatizzate attraverso la ripetizione; un metodo collaudato che sicuramente da molte certezze , poiché costruisce gradualmente molte strutture, e non ci fa scontrare con la nostra rigidità mentale.
La maggior parte delle persone è completamente scollegata, non è padrona del proprio corpo, se non per assolvere le funzioni primarie attraverso il movimento che genera i gesti quotidiani.

L’ostacolo più grande è sicuramente il non accettare che non so fare, il non accettare che la mia meravigliosa mente, che mi ha dato due o tre lauree e una posizione sociale, non è capace invece di regolare un ‘impulso bio-elettrico e coordinare un segnale di connessione con il mio corpo. Siamo tutti incastrati in questa situazione paradossale, chi si trova su una sponda e chi sull’altra.
È vero! Il nostro modo di vivere non ci aiuta, ci permette di cadere in un lieve torpore dal momento che non dobbiamo cacciare, difenderci, tutto è demandato , abbiamo forse alzato il livello della nostra realtà ma non ne siamo comunque padroni.

Sto leggendo un libro veramente simpatico, non sono sempre d’accordo con ciò che vi è scritto ma è scritto veramente bene: < ... non vi è nulla di più duro e ingiusto della realtà umana: gli uomini vivono in un mondo dove sono le parole e non le azioni ad avere il potere, dove la massima competenza è il controllo del linguaggio. È una cosa terribile, perché in definitiva siamo soltanto dei primati programmati per mangiare, dormire, riprodurci, conquistare e rendere sicuro il nostro territorio; e quelli più tagliati per queste cose, i più animaleschi fra noi, si fanno sempre fregare dagli altri, cioè da quelli che parlano bene, ma che non saprebbero difendere il proprio giardino, portare a casa un coniglio per cena o procreare come si deve.
Gli uomini vivono in un mondo in cui sono i deboli a dominare. È un terribile oltraggio alla nostra natura animale, una specie di perversione, di contraddizione profonda ...>
(tratto da L’eleganza del riccio di M.Barbery).


Credo che sia invece possibile avviare una connessione , provando ad utilizzare un altro metodo; e cioè insegnare a pensare con il corpo, applicare principi biomeccanici in modo consapevole senza preoccuparsi troppo della tecnica, poiché essa già è viva con noi.
Faccio un esempio: in palestra mostro una combinazione che vuole essere un suggerimento , una volta spiegato e fatto comprendere il principio, essa può essere (senza che ne siano persi i contenuti) modificata; un lavoro che enfatizza così l'abilità di essere creativi e non convenzionali allo scopo di essere in grado di adattarsi a qualsiasi situazione

Grande importanza è rivestita dall’allenamento composto da esercizi eseguiti lentamente.
Recenti ricerche hanno dimostrato che eseguire gli esercizi in modo lento ascoltando il loro intero percorso, è il metodo più veloce per riuscire a programmarsi in modo definitivo e quindi di poter sfruttare le capacità maturate, in circostanze di stress; liberando il controllo della mente, permettiamo l’utilizzo del pensiero del corpo.

Evitando di preparare in anticipo una difesa derivata da una tecnica rigida imparata e ripetuta, qualsiasi azione o emozione non rappresenta più un fattore di disturbo, costruisco invece gradualmente una capacità di adattamento.
La comprensione di come funziona il proprio corpo e di come può essere utilizzato costruisce efficienza.
Capire cosa accade in situazione di stress, capire cosa significa economia di movimento, comprendere che la fluidità e la morbidezza costruiscono contemporaneamente qualità per l’impatto e per la dissipazione, e di come questo si manifesta in una situazione estrema, capire tutto questo non solo razionalmente ma sentirlo nel corpo, come un grande serpente che si muove dentro, senza perdere coscienza del movimento di ogni sua spira, riconduce all’essenza dell’efficacia.

 

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