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:: praticare rilassati ::

(pubblicato il 29/08/2008)

 

Imparare a combattere in modo sciolto e de-contratto, imparare ad ascoltare il corpo e le sensazioni che scaturiscono, non solo mi rende più efficiente, più propenso all’adattamento, più efficace in combattimento, mi insegna oggettivamente (e sottolineo l’oggettivamente) a riappropriarmi di una parte di vitalità e di personalità che inevitabilmente si è assopita. Scoprire che i blocchi emotivi ed ovviamenti fisici, non rappresentano una protezione, una sicurezza, che il lasciarsi andare ci rende più sicuri e più sereni, per dirla tutta, più liberi.
Immaginiamo di avere un circuito elettrico i cui impulsi devono scorrere liberamente verso le parti del nostro corpo che sono a contatto con la realtà esterna: la pelle, gli arti, gli organi sessuali, tutto ciò che è preposto ai sensi. Ecco adesso siamo pronti per ricevere e dare informazioni.
Possiamo combattere in modo costruttivo, possiamo ascoltare il movimento, le sensazioni, possiamo osservare tutto ciò che vogliamo con maggior chiarezza, possiamo vedere che non ci sono azioni buone o cattive ma azioni evolutive oppure che non servono ad alcuna evoluzione e che sono da evitare perché sono solo inquinamento.
Ieri in spiaggia, osservavo una bimba arrabbiata per non potersi tuffare in quel momento in acqua,
tutto il corpo partecipava al suo disappunto, incurante di tutto il resto.
Fra non molto, crescendo, sperimenterà senz’altro che la libera espressione delle sue emozioni, si scontrerà con il giudizio, la disapprovazione, a volte con l’umiliazione e la punizione.
Alzerà delle protezioni, capaci di mimetizzare le sue sensazioni, e se non sarà molto attenta, si dimenticherà di aver costruito lei stessa quelle barriere e ne rimarrà imprigionata.
Come prima conseguenza, i muscoli coinvolti in quelle espressioni emotive trattenute, genereranno dei blocchi, che senza interventi si trasformeranno in tensioni croniche ed inconsce.
Sembrerebbe un quadro catastrofico, in realtà basta osservare per toccare con mano esempi a non finire. Ecco come secondo il mio modesto parere, una pratica può diventare un percorso.

 

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