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:: inadeguatezza ::

(pubblicato il 24/02/2005)

 


Alcuni anni fa mi fu chiesto se invece di allenarmi quotidianamente con fatica e impegno, per studiare qualche cosa di rimaneggiato e per certi versi poco attendibile, fossi disposto a lavorare lo stesso tempo con la stessa intensità, rivolto però ad un lavoro più vero e sincero.
Un lavoro che mi avrebbe cambiato radicalmente, ma che avrebbe fatto crollare molte delle mie certezze , che allora mi facevano sentire bravo e un po’ superiore.
Dissi di sì, così d’impulso, con sincero entusiasmo.
Ma non avevo idea delle crisi che avrei incontrato sulla nuova strada.
Crisi profonde; il mio grande Maestro lo sa bene. Arrivai perfino ad identificarlo come la causa di tutta questa mia inadeguatezza... cosa mi aspettavo? Che mi comprasse un giocattolino come si fa con i bambini? Mi aspettavo che per farmi diventare forte, mi regalasse il prodotto finito per evitarmi delusioni e fatiche? Certo. Forse era meglio pensare che in fondo questo nuovo metodo era poco adatto a me, meglio tornare indietro? Dove è finito questo spirito guerriero? Ma c’è mai stato? Non sono capace di tornare indietro quando incontro qualche cosa di tanto interessante che riesce a distruggere in un attimo tutti i castelli di carta, che mi facevano sentire grande. E allora si va avanti arrancando, si va avanti con una grande aspettativa che non sempre è una buona compagna di viaggio. E ci si accorge che molte volte, nonostante la voglia di conoscere, e di fare, diventa difficile reggere il ritmo e la determinazione si accende e si spegne continuamente.
Si è forti quando ci si deve rialzare e non si sa da dove attingere la forza per farlo; è facile parlare di forza e grandi imprese , seduti sul divano di casa, senza nessuno che scuote il tuo centro, senza nessuno che sposta le tue certezze.
Si legge dappertutto che il karate è un magnifico veicolo per conoscere sé stessi e i propri limiti, teoricamente siamo tutti d’accordo su questo, ma a che serve conoscere i limiti se poi una volta individuati facciamo finta che non esistano e scappiamo via? Lo so. in genere le difficoltà non ci esaltano, e noi di natura siamo propensi sempre a percorrere la strada più facile.
Se riuscissimo a spegnere il nostro essere egocentrici, e lavorassimo tutti senza dover dare un senso a tutto ciò che ci viene proposto, evitando di essere continuamente in competizione, sicuramente la strada sarebbe percorsa in modo più sereno e tutto sarebbe molto più facile.

 

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