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:: combattere nel qui e ora ::

(pubblicato il 17/10/2012)

 

Un fattore importante nelle arti di combattimento è la velocità di risposta ad un determinato attacco. Come sappiamo, questo dipende da molti fattori diversi. Un intervento tempestivo è fondamentale per avere la meglio contro un avversario. Diverse discipline di combattimento hanno messo in atto diverse strategie per ottenere un vantaggio nel tempismo.
Un approccio comune a molti professionisti, come squadre speciali, gruppi SWAT ecc. è quello di utilizzare solo una manciata di tecniche molto generali, applicabili sulla base delle abilità motorie dei muscoli “maggiori”.
L’idea alla base di questo approccio è la seguente:
- Uno, diminuire il tempo di decisione della mente, per abbreviare così il tempo di reazione (tempo di risposta) a un determinato attacco.
- Due, queste abilità motorie devono permettere alle persone di reagire anche sotto pressione.
Mentre la risposta nel nostro cervello all’attacco fisico è molto complessa e variegata, c’è un aspetto interessante, che vorrei discutere. È importante però comprendere il tempo di risposta dell’approccio subconscio in opposizione all’approccio cosciente menzionato sopra.
E’ relativamente poco noto che quando il nostro cervello si prepara per un movimento, ad esempio in risposta ad un attacco contro la nostra persona, dovrà sempre fare un dry-run, un “giro a vuoto” prima, senza attivare i muscoli e senza la consapevolezza cosciente. Questo significa che il cervello ha qualcosa di simile a un emulatore. Prima di diventare consapevoli del nostro movimento, il nostro cervello attiva “a vuoto” il movimento attraverso le sue mappe. Ciò comprenderà l’attivazione ormonale, variazioni di pressione del sangue e tutti gli adattamenti psico-fisiologici consueti. L’unica cosa che manca è l’attivazione dei nostri muscoli (e della nostra consapevolezza). Solo seguendo questo giro a vuoto il nostro movimento diventa cosciente e noi eseguiamo questa azione attivando i nostri muscoli. Alla nostra mente conscia questo movimento appare spontaneo e originale, dato che non siamo consapevoli del fatto che in realtà lo abbiamo già fatto nel nostro cervello.
Ora qui è la differenza: se il movimento è diretto dalla nostra mente subconscia o come la vogliamo chiamare, e se il movimento avviene spontaneamente, allora la nostra risposta cosciente sarà la seconda. Tuttavia, nell’esempio del controllo della mente cosciente (SWAT team, forze speciali ...), se è necessaria la selezione di una tecnica, allora il cervello ripete il dry-run con la tecnica prescelta, prima di attivare i muscoli ripetendo un terzo percorso.
Mentre la scelta tra un piccolo numero di tecniche diminuisce sicuramente i tempi di selezione, rimane ancora il terzo percorso adempiuto completamente dal cervello quando si ha l’applicazione a mente consapevole. Nel Systema, tuttavia, ci si basa su una risposta subconscia, il che significa che si è in grado di agire già al secondo ciclo.
Anche se questo vantaggio alla fine rappresenta solo una frazione di secondo, è tuttavia molto significativo.
Questo però non è tutto. Dove hanno origine le idee iniziali del cervello per la risposta subconscia? I neurologi fanno riferimento a questi movimenti di reazione improvvisa come modelli d’azione fissi (FAP: fixed action patterns). Il FAP è un sistema scelto dalla selezione naturale finalizzato una riduzione del tempo di scelta e decisione.
In altre parole, attraverso le esperienze passate il corpo ha imparato a reagire in un certo modo in determinate circostanze (Trigger Event), e al fine di ridurre il tempo di reazione, un rapido “pacchetto movimento” viene applicato in modo coordinato in caso di necessità, senza che ogni volta il cervello debba lavorare per reinventarselo o riscoprirlo.
Questi modelli sono molto radicati nel nostro sistema di risposta. Essi possono variare dalle azioni di fuga molto semplici a schemi di movimento complessi. Tuttavia, ciò non li rendono la scelta migliore o più efficiente in ogni circostanza.
Lasciatemi fare un esempio: se si tocca un oggetto caldo, si ritirerà la mano immediatamente tramite un FAP, e fin qui va benissimo. D’altra parte, se qualcuno vi afferra il dito in una presa, questo stesso FAP verrà attivato mettendovi in una situazione molto peggiore, magari facendo addirittura aumentare la pressione della presa. Come possiamo cambiare questa situazione, e come possiamo
cambiare un FAP o qualsiasi altro movimento di reazione rapida? ... La risposta è nell’addestramento. Un buon addestramento può permettere di “bypassare” certi FAP.
Diamo un’occhiata a questo un po’ più da vicino. Il cervello contiene mappe del corpo sparse in tutte le sue diverse aree. Le più elementari e conosciute sono la motorietà primaria e le mappe sensoriali, chiamate anche “homunculi”. Queste mappe del corpo interagiscono in modo gerarchico dal grado più basso a quello più alto. Le informazioni dal corpo entrano nella mappa sensoriale primaria e poi risalgono attraverso elaborazioni complesse e procedure costanti di rivalutazione fino agli strati più alti di mappe. Più in alto si spostano, più informazioni si installano nella trasformazione di un’azione come le emozioni, ricordi, immagini del corpo, credenze, modelli di dolore ecc, ecc. Durante il tragitto, le informazioni vengono di nuovo costantemente alimentate a valle della catena per una nuova valutazione e conferma con le nuove informazioni sensoriali appena acquisite.
Alla fine, l’azione appropriata è decisa ed emulata, quindi alimentata giù attraverso la gerarchia e dritta per le mappe motorie primarie, da cui si attivano i muscoli e il movimento cosciente. Teniamo a mente che queste procedure complesse e interazioni prendono delle frazioni di secondo per verificarsi. Possiamo anche vedere che non importa quanto ci si provi, ogni azione è associata a un emozione. Potremmo non essere consapevoli di ciò, ma questo processo è inevitabile!
Attraverso un addestramento costante, si può insegnare al proprio corpo come comportarsi usando dei patterns di risposta a particolari situazioni. Ora, la cosa interessante è che si possono insegnare comportamenti specifici (tecniche) oppure risposte basate sui principi del corpo come movimenti generali spontanei. La differenza è che si può anche permettere al corpo di trovare la propria soluzione ai problemi, fino a che si mantiene la capacità di sfruttare movimenti spontanei, efficienti e naturali, come ad esempio si fa nel Systema.
Per far sì che questa vasta gamma di applicazioni del corpo siano utili, dobbiamo capire che il sistema nervoso funziona tramite ciò che noi chiamiamo agevolazione. In termini semplici, questo significa che più usiamo un’azione più è probabile che la stessa azione verrà scelta la prossima volta. Ora, se usiamo una azione-specchio più e più volte, ci troveremo a rafforzare questa azione in modo specifico come un FAP, per essere utilizzato da ciò che è considerato come situazione causa (Trigger Event). Tuttavia, se continuiamo a variare i movimenti specifici, pur mantenendo costante il modus operandi, e cioè un calmo e rilassato movimento, quindi la qualità di questa abitudine si comincia a instillare come una risposta FAP senza che vi sia allegato uno specifico schema di movimento iper-facilitato. Il cervello poi ci accoppia la scelta del modello di movimento che considera più appropriato. Si attingerà a schemi di movimento familiari che sono stati ormai formati, ma tuttavia ci sarà più ‘libertà’, che sarà vantaggiosa per adattarsi con precisione alle singole situazioni.
Una volta che la risposta iniziale subconscia ha avuto luogo, possiamo includere un’azione diretta consapevolmente, se necessario, in quanto siamo in grado di eseguirla in concomitanza con le risposte che già avvengono, quindi non abbiamo un ritardo apparente di tempo. In termini semplici, il cervello è multitasking (anche se strettamente parlando, per via della natura “on / off” del sistema nervoso, in realtà opera un’azione alternata).
Un approccio subconscio richiede un certo livello di confidenza, dato che apprendiamo dei principi, nel fatto che la migliore risposta sarà scelta inconsciamente nel momento del bisogno. Si tratta di un approccio molto diverso dall’addestramento di tecniche specifiche per situazioni specifiche.
Un vantaggio dell’approccio “sui principi” rispetto a quello “sulla tecnica” è che il cervello non si “annoia” attraverso ripetizioni infinite dei movimenti stessi, dato che alla fine ogni movimento è leggermente diverso e in qualche modo “nuovo”. Una volta che i principi si sono affermati, si verifica una cosa meravigliosa: invece di una serie limitata di “risposte tecniche”, ora abbiamo una serie illimitata di “risposte principio’” a disposizione (spesso indicate come “memoria del corpo”). Abbiamo addestrato i nostri corpi a elaborare creativamente delle proprie soluzioni per una determinata situazione. Naturalmente il corpo vorrà sempre sviluppare le proprie idiosincrasie preferite, in gran parte a causa della facilitazione neurologica, parametri del corpo individuali e capacità del singolo praticante.
E’ anche molto importante ricordare che il rilassamento è assolutamente indispensabile per poter lavorare inconsciamente. Quando siamo afflitti da tensioni (paura, aggressività, ecc) i nostri cervelli perderanno la capacità di essere creativi, multitasking ed eventualmente funzionare in modo efficiente. Molto è stato scritto sugli effetti debilitanti della tensione sulla nostra prestazione, soprattutto nella situazione lotta-fuga. Non è scopo di questo articolo discutere di questo, ma vorrei semplicemente sottolineare che è fondamentale lavorare in modo rilassato, se vogliamo infondere inconsciamente il movimento in modo efficiente.
E’ anche importante, quando ci si addestra su situazioni di conflitto, integrare regolarmente l’interazione uomo-uomo con contatto significativo, come colpi, comportamenti aggressivi e simili. Ciò contribuirà a fornire adeguati eventi trigger e aiutare anche nella revisione di “approccio e comportamenti elusivi” specifici e già presenti nel FAP. Se fatto correttamente, contribuirà anche a ridurre la paura e il dolore provocati dalla tensione.
Un altro punto interessante è che la ricerca ha dimostrato come l’addestramento lento a movimenti complessi riduca in modo significativo il tempo di apprendimento necessario per quei movimenti... Vi suona familiare?
Ora, più addestriamo il livello più in basso della gerarchia di mappe cerebrali più spostiamo il processo vero e proprio. Ciò significa che dopo molti anni di addestramento le nostre risposte di principio possono essere trattate per lo più nelle nostre mappe motorie primarie. A questo punto, abbiamo fatto nostro il sistema e rispondiamo istintivamente e spontaneamente con delle FAP, in base alla nostro addestramento. In altre parole, la nostra mente subconscia inizierà ora a rispondere spontaneamente ad un attacco in un modo fluido, creativo e intelligente
proprio come nell’addestramento, anziché in un modo frenetico, improvviso e teso. Con una pratica adeguata, saremo anche in grado di lavorare con un coinvolgimento molto meno emotivo e meno dirompente, meno basato sulla paura e sulla tensione.
Ovviamente, anche l’addestramento basato sulla tecnica può ignorare la risposta spontanea FAP, tuttavia, se continuiamo a coinvolgere la nostra mente cosciente per le scelte tecniche, dovremo ancora reagire attraversando per forza il “terzo cervello”. Allo stesso modo, se i praticanti di Systema non colgono il concetto di azione subconscia per via di errori nell’addestramento o mancanza di confidenza, allora anche loro risponderanno solo alla terza prova. Ciò è particolarmente evidente nei nuovi studenti e cambia solo dopo un allenamento considerevole.
Come già detto, è molto accettabile, anche consigliabile utilizzare decisioni coscienti durante un conflitto fisico, ma il trucco è che non si deve iniziare con una azione cosciente se la situazione è provocata “spontaneamente”. Piuttosto, si mescola con parsimonia tra un sacco di lavoro subconscio. Questo ridurrà al minimo le interferenze e lascerà che il vostro lavoro sia fluido, veloce e naturale, pur mantenendo un certo controllo cosciente e strategico.
Tutto questo può sembrare semplice, come può sembrare facile e naturale il movimento di un professionista competente di Systema, ma è in realtà molto difficile da raggiungere. Difficile, in quanto ci vuole dedizione e anni di formazione consapevole per acquisire questo naturale ed efficace processo di risposta subconscio/cosciente, quando si è sotto attacco o stress. Una buona dose di giocosità, la dedizione e la fiducia in sé stessi può rendere questo percorso spettacolare, gioioso e soddisfacente. Per non parlare della visione della nostra persona e delle nostre emozioni, che si può ottenere attraverso l’introspezione e attraverso la sensibilità durante l’addestramento.

 

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