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:: la lucidità si impara dal caos ::

(pubblicato il 04/10/2010)

 

il Berenkai pone come obiettivo che i praticanti provino a cimentarsi con i più disparati metodi, in modo che sviluppino adeguate abilità che vadano a sollecitare i processi di intelligenza motorio/emotiva.
Un modo di insegnare che ricorda molto quei corsi “crash full immersion” che si fanno per imparare una lingua in poco tempo. Le tecniche sono subito messe in pratica alternando tecniche semplici e complesse.
Inizialmente si ha la sensazione di avere imparato troppo in poco tempo e di aver paura di non ricordarsi nulla, ma il risultato si farà vedere.
Infatti, man mano che si procede nell’insegnamento, l’allievo istintivamente aggiunge mattone dopo mattone fino a fare proprie le tecniche imparate ed ad usarle in maniera naturale con quel concetto di <non mente> tipico di tutte le arti marziali.
Non credo in un metodo di insegnamento guidato dalla logica matematica, credo che la conoscenza, non sia uno strumento pronto all’uso, che si possa utilizzare ignorandone la natura. Il mio metodo attraverso un’apparente confusione vuole attrezzare chi lo segue a conquistare una priorità vitale: la lucidità.
Un metodo che si basa sullo specifico, crea informazioni estremamente frammentate, che non potranno mai essere nella realtà davvero collegate fra loro e pertanto utilizzate; sono certo sia più evolutivo un tipo di informazione capace di inquadrare le cose nella loro complessità, nel loro contesto.
L’essere umano è un complesso insieme fisico, sociale, mentale, un insegnamento troppo razionale, tende a distruggere questa unità così complessa, tende a sviluppare questa o l’altra parte, ma non l‘insieme.
Sviluppare invece diverse informazioni in un unico contesto, sviluppa quella che dovrebbe essere la naturale attitudine umana.
Diffido da un metodo che crea certezze e finti superuomini, per essere costruttivo, l’insegnamento deve mettere in risalto le incertezze, per conoscerle e poterle superare. Deve insegnare strategie che consentano di affrontare gli imprevisti, i rischi e grazie alle informazioni che andando avanti si acquisiscono, modificarne lo sviluppo.
Frequentare un corso per vincere una medaglia, per gratificarsi della propria bravura è davvero poca cosa, rispetto a ciò che si potrebbe davvero raggiungere, ma occorre un’educazione alla comprensione.



 

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